Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne: l’esame della giornalista Rosella Schiesaro sui vari strati del problema sociale.
Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne: femminicidi, violenza economica e disparità di genere
Donne, libertà e indipendenza: una realtà ancora lontana
Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne: il 25 novembre di ogni anno si celebra questa data simbolo di lotta e resistenza contro la violenza che troppe donne subiscono tutti i giorni, spesso in silenzio.
È un’occasione per ricordare le vittime di femminicidio – oltre 90 da inizio anno – e per promuovere iniziative di sensibilizzazione, educazione e supporto, poiché la violenza sulle donne è un problema che non si esaurisce in una giornata.
È piuttosto un fenomeno globale, complesso e radicato nelle disuguaglianze di genere, che assume diverse forme: dalla violenza fisica e psicologica alla violenza economica e istituzionale.
Parlare di questi temi è fondamentale non solo il 25 novembre, ma ogni giorno dell’anno.
L’impegno di tutti per sconfiggere la violenza
La violenza contro le donne è una ferita aperta che richiede un impegno costante da parte di tutti: istituzioni, comunità, media e singoli individui.
Affrontare le radici della violenza significa mettere in discussione stereotipi, pregiudizi e diseguaglianze che continuano a limitare la libertà e l’autodeterminazione delle donne in ogni ambito della vita, dal lavoro alla famiglia.
In Italia, i numeri dei femminicidi e delle violenze domestiche ci ricordano che la strada verso la parità di genere è ancora lunga e impervia.
Spesso, però, accade che l’attenzione pubblica si focalizzi su questi temi solo in occasione delle ricorrenze o di episodi particolarmente drammatici, lasciando scivolare il problema nell’ombra per il resto del tempo.
Questo silenzio, però, non fa che alimentare il circolo della violenza, privando molte donne della possibilità di chiedere aiuto e di essere ascoltate.
Nonostante i progressi, la libertà di noi donne è di fatto ancora limitata e siamo molto meno libere di quanto spesso crediamo.
Sì, certo, siamo libere di indossare smalto e rossetto – anche se non ovunque – e di uscire, frequentare luoghi e persone.
La piaga della violenza economica
Ma abbiamo davvero tutte un’indipendenza economica tale da permetterci di decidere come, dove e con chi vivere?
La violenza economica, spesso invisibile, è di fatto una delle forme di abuso più diffuse che affligge le donne nella vita di tutti i giorni.
La dipendenza economica non è solo un retaggio del passato: molte donne ancora oggi non godono di una reale indipendenza economica, non hanno pieno controllo sulle loro scelte di vita e rimangono soggette a dinamiche di controllo.
ll 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, è necessario dire basta non solo ai femminicidi, ma anche alla violenza sommersa, che colpisce donne di tutte le età e background.
La violenza psicologica è una minaccia subdola e insidiosa che mina lentamente l’autostima e la libertà della persona.
Questa forma di abuso si sviluppa spesso senza che la vittima se ne renda conto, creando una dipendenza emotiva che può avere effetti devastanti.
In Italia, dove la cultura maschilista è ancora radicata, molte forme di violenza contro le donne passano inosservate o vengono giustificate come espressioni di “amore possessivo”.
Questa mentalità porta a prevaricazioni non solo nelle relazioni personali, ma anche in ambito professionale, dove molte donne si ritrovano senza lavoro o con salari inferiori rispetto ai colleghi maschi.
Il divario di genere nel lavoro e l’impatto sull’indipendenza
In Italia il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi d’Europa, fermo al 55% contro la media UE del 69,3%.
Nonostante ci siano donne che ricoprono ruoli di alto livello, come Giorgia Meloni, la parità di genere nel lavoro resta un obiettivo lontano: le donne Ceo sono solo il 4% e il 6% i direttori finanziari.
Con l’aumentare dell’età, poi, il divario si allarga e la disoccupazione femminile cresce ulteriormente: il 42% delle donne tra i 30 e i 69 anni è senza lavoro, con un picco del 58% nel Sud Italia.
Un segnale positivo per il futuro sembra però arrivare dalle nuove generazioni: pare infatti che tra i Millennials ci sia una maggiore presenza delle donne fra i dirigenti.
Va ricordato che l’indipendenza economica non è solo una questione di diritto, ma una garanzia di libertà e protezione per ogni donna.
La consapevolezza e l’educazione sui propri diritti economici devono diventare parte integrante dell’educazione delle nuove generazioni.
Solo così è possibile arginare la violenza di genere, assicurando alle donne risorse sufficienti per lasciare situazioni di abuso.
Il Gender Pay Gap
Inoltre, le donne sono spesso impiegate in ruoli di supporto, mentre le posizioni di vertice nel settore del business rimangono occupate da uomini.
Questo squilibrio si riflette anche nei salari, con un divario medio del 10% a parità di mansione.
La carenza di rappresentanza femminile nei ruoli decisionali e il differenziale salariale limitano gravemente l’autonomia economica delle donne.
Il lavoro è infatti un tassello fondamentale per pianificare e gestire la propria vita.
Negli anni, le donne hanno conquistato il diritto di affiancare la vita familiare a una carriera lavorativa, raggiungendo un’identità più completa, non limitata al ruolo di moglie o madre.
Tuttavia, per molte l’indipendenza economica rimane un miraggio: gli uomini lavorano in numero maggiore e guadagnano di più.
Lavoro e libertà femminile
Nonostante le donne laureate rappresentino il 60% del totale e abbiano punteggi superiori, non hanno ancora sufficienti risorse per vivere in piena autonomia.
La mancanza di scelte e di possibilità di modificare il proprio percorso esistenziale diventa una trappola insidiosa.
Motivo per cui le donne in relazioni di abuso, fisico o psicologico, si trovano spesso impossibilitate a chiedere aiuto o a immaginare soluzioni alternative.
La realtà italiana è che le notizie sui femminicidi arrivano solo quando è troppo tardi.
È cruciale intervenire preventivamente: la società deve farsi carico del problema del lavoro se vuole davvero contrastare questa spirale di violenza.
La violenza economica nascosta e il bisogno di consapevolezza
La violenza economica è una delle forme di abuso meno visibili, ma molto diffusa.
Questa si manifesta quando la donna non ha controllo sulle finanze familiari o viene esclusa dalle decisioni economiche.
In Italia, oltre il 40% delle donne non possiede un conto corrente, a fronte dell’8% degli uomini, e la percentuale cresce fra le donne con minori livelli di istruzione.
Questa realtà limita la capacità delle donne di autodeterminarsi, rendendole vulnerabili a situazioni di abuso psicologico e fisico.
La Convenzione di Istanbul riconosce la violenza economica come una forma di abuso, ma è ancora necessario sensibilizzare la società sull’importanza di questa tutela.
Educazione e sensibilizzazione: una strada da percorrere
L’indipendenza economica non è solo una questione di diritto, ma una garanzia di libertà e protezione per ogni donna.
La consapevolezza e l’educazione sui propri diritti economici devono diventare parte integrante dell’educazione delle nuove generazioni.
Solo così è possibile arginare la violenza di genere, assicurando alle donne risorse sufficienti per lasciare situazioni di abuso.
Contrastare la violenza è un impegno sociale e culturale
La lotta alla violenza contro le donne richiede un impegno costante da parte di tutti: uomini, donne, istituzioni e società civile.
È fondamentale mantenere alta l’attenzione su questi temi tutto l’anno e non solo durante la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. Creare una cultura di rispetto e parità è essenziale per garantire che ogni donna possa vivere libera e autonoma, con la dignità e la sicurezza che merita.
L’indipendenza economica è assolutamente fondamentale affinché una donna possa realizzare i propri sogni e aspettative.
Ma è altrettanto fondamentale perché permette a quelle donne che vivono una situazione familiare di violenza di andarsene.
L’autonomia sul piano economico consente di sottrarsi a violenze psicologiche ed anche fisiche.
È quindi essenziale che la società, unita, implementi le azioni necessarie per raggiungere la parità di genere in tutti gli ambiti della vita sociale e lavorativa. Le donne devono diventare sempre più consapevoli dei propri diritti e contribuire attivamente alla lotta contro gli stereotipi che perpetuano disuguaglianze pericolose e forme di violenza.
È perciò importante che la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne sia un punto di partenza, uno stimolo per riflettere e impegnarsi in azioni concrete che durino tutto l’anno.
Bisogna parlare della condizione femminile, sostenere politiche di prevenzione e protezione, incoraggiare una cultura di rispetto e uguaglianza nelle scuole, nei luoghi di lavoro e in famiglia.
Solo così si potrà costruire una società più giusta, in cui ogni donna possa vivere libera dalla paura e dalla violenza, nella piena realizzazione delle proprie potenzialità.
Articolo di ROSELLA SCHIESARO